All’Habana Hilton, grande hotel fresco di inaugurazione, negli ultimi giorni del 1958 un drammatico incidente costringe la cameriera Alicia a una fuga rocambolesca tra i quartieri di una città in equilibrio precario fra un presente che è già passato e un futuro che molti non sanno ancora vedere.

Negli stessi giorni, tre suite dell’hotel diventano la sede del Principe di Costantinopoli in visita alla capitale delle Antille.
La loro presenza ha i toni paradossali e altisonanti di un’ambasceria di antichissimo lignaggio alle prese con il Nuovo Mondo.
Intorno, Cuba è una colonia di Washington e di Cosa Nostra. Ma il mondo delle Cadillac, delle roulette, della dittatura, dei bordelli, della corruzione, dei neon luccicanti che nascondono la miseria dell’isola, è minacciato dalla rivoluzione in marcia verso L’Avana.
La vicenda del Principe, ispirata alla cronaca del tempo (sia cubana, sia italiana) e l’avventura di Alicia procedono parallele mentre sullo sfondo scorrono immagini di marciapiedi affollati, di addobbi natalizi nei grandi magazzini, di cadaveri gettati nella strade di periferia, di nuovi televisori a colori nelle vetrine, di odore di fritto, di tailleur francesi sulle riviste, di biglietti della lotteria, di stanze piene di bambini nella città vecchia.

Capodanno si avvicina, il ritmo accelera, e le storie dei personaggi tessono intrecci sorprendenti fino ad arrivare, l’ultima notte dell’anno, in una casa dai muri lilla e in un cinema chiuso, deserto, assediato dai paramilitari di Batista.

Avrebbe voluto un posto tranquillo, una sedia o meglio un letto, una sigaretta, e mezz’ora di tempo per raccogliere le idee. Ma non aveva idee da raccogliere. Si accucciò dietro una delle colonne del porticato. Se non altro, lì sarebbe stata meno in vista. Habana Vieja e il porto non erano i quartieri giusti per una donna sola nel cuore della notte. Ancor più se giovane, bianca e ben vestita. Accese una sigaretta: una consolazione familiare. I marciapiedi erano bagnati di brezza marina, c’erano mucchi di immondizia per strada, qualche automobile parcheggiata, pochi lampioni. Da una finestra arrivava la musica di una radio. Tutto il resto sembrava dormire.

Compralo qui

GIANNI MORELLI

 

 

 

 

 

Gianni Morelli, scrittore, viaggiatore, geografo. Scrive racconti, romanzi e soggetti cinematografici.
Per Garzanti ha pubblicato il romanzo Amori, altopiani e macchine parlanti (2009), tradotto in spagnolo (2016).
Ha pubblicato racconti in Italia, in Svizzera e a Cuba. Sui temi dell’inganno e della truffa, che sono anche al centro di Rosso Avana, ha pubblicato recentemente I maestri della truffa. Quando l’inganno è una questione di stile (White Star, 2016), tradotto in inglese e francese.
Ha scritto articoli di viaggio, geografia, storia, costume per riviste e quotidiani nazionali; e testi sugli stessi argomenti per le principali case editrici italiane, alcuni dei quali tradotti in inglese, francese, spagnolo, portoghese.
Nel 1979 ha collaborato all’ideazione delle ClupGuide, collana di libri di viaggio che ha diretto fino al 2008. Dal 2001 dirige il laboratorio editoriale Iceigeo di Milano.