Autore di alcuni dei romanzi al tempo stesso più eruditi e più ferocemente dissacranti della letteratura di lingua tedesca del Novecento, sperimentatore di elaborate e destabilizzanti strutture linguistiche, la vita trascorsa in una alterità disperata: non desta stupore che il mondo delle lettere abbia mostrato, fino agli anni più recenti, una ostile reticenza nell’accettare e collocare nella giusta prospettiva l’opera di Kuno Raeber (1922-1992). Un importante punto di svolta si è avuto nel 2002 con la pubblicazione per l’editore Nagel&Kimche dei Werke in 5 Bänden (Opere in 5 volumi) a cura di Christiane Wyrwa e Matthias Klein. Da allora poesie di Raeber e commenti ai suoi testi sono più volte apparsi nella stampa tedesca. Ma, soprattutto, nel 2016 è uscito un numero monografico dedicato a Kuno Raeber di TEXT + KRITIK, la rivista che, nel mondo delle lettere tedesco, sancisce la consacrazione di un autore. In questo numero due studiosi di riconosciuto prestigio come Peter von Matt e Heinrich Detering dedicano la loro attenzione proprio alla lirica del poeta svizzero. È tempo dunque che l’opera poetica di questo misconosciuto (contestato, avversato) grande autore del Novecento venga fatta conoscere al lettore di lingua italiana.

 

Così va il mondo

E se ti saltassi addosso e
ti buttassi a terra e
ti schiacciassi sotto i piedi
frantumandoti e disperdendo ai
quattro venti la tua polvere:
Il tempo di rialzare la testa, ed ecco,
saresti di nuovo lì, come un gigante,
sulle labbra appena
accennato
un divertito sorriso
 

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La vita di Kuno Raeber è segnata da drammatiche svolte. Nato a Lucerna nel 1922, fervente cattolico, entra nell’ordine dei Gesuiti che abbandonerà poco dopo per nutrire poi, per il resto della vita, violenti sentimenti antireligiosi. Al matrimonio nel 1958 segue l’ammissione della propria omosessualità. Abbandona la famiglia e una prestigiosa carriera accademica per una vita di isolamento trascorsa per lo più a Monaco, con soggiorni a Roma e a New York. La morte per Aids lo coglierà nel 1992.
In copertina: Mauro Valsangiacomo, Sole notturno, olio su tela