L’opera di Vargaftig potrebbe esser letta come un ininterrotto canzoniere dove l’amore – celebrato attraverso la figura di Bruna («Faccio l’aviatore con la tua voce e il tuo respiro in me») – e l’infanzia («un territorio definitivo, permanente, quello del pericolo, ma anche della salvezza») occupano un posto di primo piano. Un’infanzia bifronte, salvifica come l’amore-poesia e nello stesso tempo radicata nel pericolo, poiché la memoria che la trascende e ne prefigura gli esiti testuali è portatrice non solo di stati euforici ma anche di insicurezza e paura. Lo si evince in modo manifesto dalle prose Un même silence (2000) e Aucun signe particulier (2007) ed è facile capire il perché. Di famiglia ebrea, l’autore ha vissuto i momenti più drammatici dell’occupazione nazista in Francia. Con i genitori (il padre esercitava il commercio a Toul) fu costretto a rifugiarsi in una località presso Limoges, a partire dal 1940. Nel 1944 la Francia è libera, e da allora l’esperienza del sopravvivere, del riconquistare il proprio spazio esistenziale e trovarvi le forme germinali di un riscatto (L’aveu même d’être là s’intitola il libro che accompagna un film-intervista girato nel 2008) coordineranno in profondità i nodi tematici ed emozionali del suo discorso poetico.

(Estratto dalla prefazione di Gilberto Isella)

 

Corro e ti chiamo. Faccio l’aviatore col tuo odore. Divarico le braccia sopra il mondo, prendo il volo, faccio l’aviatore con la tua voce e il tuo respiro in me. Mi volto con le parole che si divaricano e voltano, anche quelle che si fanno sempre più mute, non c’è che lo spazio, un movimento silenzioso. Tuffarmi verso di te, è come se mi elavassi. Che silenzio in me, perfino quando scappa, piomba su di te, c’è solo aria. Quale paura non sfugge alla paura? Ti chiamo con la curva, ti chiamo, questo rovesciamento prende quota. Chiudiamo gli occhi. La curva vola. I muti maraschi si divertono a scappare.

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Figlio di commercianti, Bernard Vargaftig è nato a Nancy nel 1934. Nel 1940, durante l’occupazione tedesca, si rifugia con la famiglia nella regione di Limoges per sottrarsi alle persecuzioni antiebraiche. Compiuti gli studi secondari a Toul e a Nancy, per qualche tempo si dedicherà all’insegnamento. Pubblicato nelle Lettres Françaises, è uno dei sei giovani poeti che Aragon sceglierà di presentare nel dicembre 1965 al Théâtre Récamier. Dal 1975 ha dato alle stampe numerose raccolte poetiche, oltre a opere in prosa e due antologie, La Poésie des romantiques e Poésie de Résistance. Ha ricevuto molti premi letterari e onorificenze. Colloqui sulla sua opera si sono tenuti a Villeneuve-sur-Yonne (2001) e a Cerisy (2008). Dal 2008 si è stabilito a Avignone, dove è morto il 27 gennaio 2012.

Testo francese con traduzione a fronte in italiano.
Traduzione di Gilberto Isella

In copertina: Mauro Valsangiacomo, Estate, olio su tela, 2016